Il signor Parodi

Sono alla bettola giù al porto e ho ‘sta tipa dai capelli gialli seduta di fronte, mentre il signor Parodi cerca di attaccar bottone con una bruna, una danzatrice di flamenco che si fa accompagnare da suo padre.
Negli spettacoli, intendo dire. Cioè, lei balla e suo padre strimpella la chitarra in un angolo del palco, ecco.
Comunque, una figa da paura, ragazzi. E chi non vorrebbe aver per le mani qualcosa del genere?
E, cari miei, spero di esserlo anch’io, figo.

E allora le grido – “Facci passare questa nottata, Maria! Mostrami una di quelle famose danze spagnole!”
“Passami un’altra bottiglia, amico mio, e credi in me, ti supplico”
E lui, che non capisce mai alla prima, mi fissa con quello sguardo vuoto.
“Aiutami a credere” – gli ripeto – “aiutami a credere in qualcosa, perché voglio essere uno che crede in qualcosa”
Lo fisso di nuovo in quegli occhi vuoti e lucidi e sono pronto a giurare, cari miei, che non ha capito un cazzo.

Perché il signor Parodi e io ci raccontiamo sempre ‘ste storie, tipo quando siamo di fronte a delle belle ragazze: – “Quella guarda te! Oh no, no, sta guardando me!” – cose del genere.
Sorridiamo nelle luci brillanti e andiamo sempre in coppia.
Quando tutti ci adoreranno, non saremo mai essere soli.

“E se fossi un pittore, mi dipingerei in blu, rosso, nero e grigio. Tutti bei colori” – me ne scolo un’altra – “e anche pieni di grandiosi significati!”
Adesso anche il signor Parodi è sulla mia lunghezza d’onda: – “il grigio è il mio colore preferito, io sono del genere simbolista” – mi dice, ammiccando alla tipa – “almeno fino a ieri lo ero!”
“E se avessi conosciuto Picasso, adesso sarei in giro a suonare quella chitarra grigia che dovevo comprarmi!”

È perché il signor Parodi e io guardiamo al nostro radioso futuro, quando siamo di fronte a delle belle ragazze: – “Fissa te! Oh no, mi sono sbagliato, fissa proprio me!”.
Perché in fondo, stiamo su un palcoscenico e, se vi devo dire la verità, quella chitarra grigia me la sono comprata per davvero
E sono convinto che, quando tutti mi adoreranno, non potrò mai essere solo.

Per finire. dico al mio compare:- “Voglio essere un leone, in questo mondo di gattini”
“Tutti vogliono diventare delle grandi star” – mi ribadisce – “ma ognuno per una ragione differente”
“Credi in me, amico, perché io non credo in niente e vorrei essere qualcuno in cui credere” – e questa, forse, è la mia ragione, caro signor Parodi.

È perché io e il signor Parodi ci sbattiamo nei vicoli, per finire di fronte a delle belle ragazze.
“Lei è perfetta per te! E, dannazione, ne esisterà una perfetta per me!”
“Io vorrei diventare come Bob Dylan” – aggiungo
“Non ce ne sarebbe uno un pochino più ganzo, per me?” – mi propone
“Ma quando tutti ti adoreranno, sarai ganzo all’ennesima potenza!”

È perché il signor Parodi e io ci stoniamo davanti alla TV, sperando prima o poi di vederci noi stessi.
“Quanto vorremmo diventare famosi, eh sì!”
“Ma non sappiamo perché, né come!”
“Ma quando tutti mi adoreranno, sarò felice all’ennesima potenza!”

D’altra parte, è scritto: il signor Parodi e io diventeremo delle grandi star.

Things the grandchildren should know

Copertina del libro Things the grandchildren should knowMark Oliver Everett (detto E) è il leader e l’unico membro stabile degli Eels. Ma è anche il figlio di uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo, Hugh Everett, l’autore della teoria dei mondi paralleli. Un interessante (proiettato anche prima del recente concerto a Milano, tra lo stupore dei presenti che non conoscono le abitudini di E) documentario della BBC Parallel worlds parallel lives descrive la vita del fisico attraverso gli occhi del figlio che, a molti anni dalla morte del genitore, ripercorre i luoghi della vita di quest’ultimo nel tentativo di capire la sua teoria e di recuperare quel rapporto che, in vita, non c’era mai stato.

Quest’anno, E ha pubblicato anche un libro, Things the grandchildren should know, che ripercorre la sua vita, dai primi anni di vita fino al giorno d’oggi. Anche se ancora giovane, la vita di E è stata piena di avvenimenti, per lo più tragici. La morte del padre, il suicidio della sorella, la morte della madre hanno segnato la vita di E, convicendolo di avere una vena di follia e depressione nella sua famiglia. Gli avvenimenti vengono descritti con uno stile piano, senza enfasi, ma anzi con una vena di ironia che allevia la pesantezza dell’accaduto. Non bisogna dimenticare che proprio dalle disgrazie avvenute E ha tratto uno dei dischi più belli degli anni novanta, Electro shock blues. E che anche il suo ultimo capolavoro, Blinking lights and other revelations (in cui vi è la canzone che dà il titolo al libro), ripercorre tutta la sua vita.

Un libro consigliato a tutti quelli che conoscono gli Eels. Gli altri, che si ascoltino prima i dischi!

Gli anni ottanta

Circola nei blog una serie di liste per spiegare ad un alieno quali siano i singoli più rappresentativi degli anni ottanta. Da queste liste emerge soprattutto quello che gli anni ottanta furono per la grande massa del pubblico (una gran massa di schifezze). Ma per me, e spero per molti altri, gli anni ottanta significarono tanta buona musica e quindi voglio pubblicare la lista delle mie canzoni anni ottanta. E chiedo a Emanuela, Bop, Solitaire di fare altrettanto, per equilibrare la cosa e non far scappare l’alieno a gambe levate.

  1. Rock the casbah (the Clash)
  2. One hit (to the body) (Rolling stones)
  3. Rattlesnakes (Lloyd Cole and the Commotions)
  4. Bigmouth strikes again (the Smiths)
  5. Wide open road (Triffids)
  6. Grass (XTC)
  7. Vanishing girl (the Dukes of stratosphear)
  8. Selfish little girl (the Chesterfield kings)
  9. I’m goin’ down (Bruce Springsteen)
  10. Fortress around your heart (Sting)
  11. Smalltown (John Cougar Mellencamp)
  12. With or without you (U2)
  13. It’s the end of the world (REM)
  14. These important years (Husker du)
  15. Bring on the night (Sting)
  16. You got it (Roy Orbison)
  17. End of the line (the Traveling Wilburys)
  18. Yer so bad (Tom Petty)
  19. Happy hour (the Housemartins)
  20. Greetings to the new brunette (Billy Bragg)
  21. What’s my scene (Hoodoo gurus)
  22. Jokerman (Bob Dylan)
  23. Mexican radio (Wall of voodoo)
  24. The big heat (Stan Ridgway)
  25. Make no mistake (Keith Richards)
  26. The lady don’t mind (Talking heads)
  27. Looking for love (Johnny Diesel)
  28. Fall on me (REM)
  29. In between days (the Cure)
  30. La bamba (los Lobos)
  31. Made of stone (the Stone roses)
  32. Romeo had Juliette (Lou Reed)
  33. Blue hotel (Chris Isaak)
  34. Centerfield (John Fogerty)
  35. Mayor of Simpleton (XTC)
  36. Atlantic city (Bruce Springsteen)
  37. Pride (U2)
  38. Start me up (Rolling stones)
  39. Love for sale (Talking heads)

Ho pure tentato di fare una playlist su youtube.