iPhone

A parte che non me ne frega niente, ci deve essere qualcosa che non va. Chi ha provato l’iPhone dice:

non sta certo nel taschino della camicia, come il mio buon vecchio Nokia E61

Dimensioni di E61: 117×69.7×14 (mm)
Dimensioni di iPhone
: 115x61x11.6 (mm)
O Apple dice delle balle sulle dimensioni o Suz ha un taschino che si restringe ogni volta che vede un iPhone.
UPDATE: Suz, nei commenti, spiega l’arcano: non è il taschino che si stringe, è il nokia E61 che si stringe in modo da avere grande tascabilità.
A proposito del cellulare nel taschino della camicia, vi ricordo la regola numero 1.

giocattolone perchè è più grande del mio Tytn, il che è tutto dire…

Dimensioni di Tytn: 112.5x58x21.95 (mm)
Dimensioni di iPhone
: 115x61x11.6 (mm)
O Apple dice delle balle sulle dimensioni o Stefano vive in un mondo a due dimensioni.

Naturalmente, questo acume osservativo non è mio ma di Danilo e Giurgin.

FemCamp

Dottore, sono veramente dispiaciuto di non essere stato al FemCamp. Mi sono perso una presentazione sul celopiulunghismo che mi è parsa fantastica su slideshare e doveva essere eccezionale dal vivo. Non ho potuto sperimentare la MysticBeggiNetwork. Non ho potuto assistere all’aggressione verbale a Beggi da parte di alcune scalmanate (aggredire verbalmente Andrea è come picchiare il mahatma Gandhi, puoi farlo, ma lui, con la non violenza, ne esce più forte che prìa). E, soprattutto, non posso sapere con esattezza il numero di patonze ivi radunate.

Calma tutte, stavo scherzando (e questo è proprio il genere di scherzi che non sopportate, eh?).
Tanto più che, se fossi venuto, sarei giunto a rimorchio della Smilza, che, per un attimo, aveva pensato di portare una presentazione su a Bologna. È bastato ricordarle che non ha un blog e, quindi non è una blogger, ed è tornata a più miti consigli.

Dalle ceneri del FemCamp è nata una discussione interessante, iniziata da quell’agente provocatore, sessista, tettista e anche un pochino tennista di Samuele Silva (quello che mette le tette sul banner, quando va bene, quando va male c’è lui nudo) e continuata da pm10, da msadventure, da koolinus, da Gustomela, da Marco e sul blog di Grazia.
E su questo argomento della parità sessuale vorrei dire la mia. Sono convinto che uomini e donne siano intrinsecamente diversi e cercarlo di negare mi pare un pretesa di far prevalere la teoria sulla pratica. Che lo siano per educazione o per genetica, francamente, non me ne frega assolutamente nulla. Lo sono, e basta. Affermare che, per godere degli stessi diritti, per avere le stesse opportunità, avere gli stessi doveri bisogna essere uguali è una semplificazione che non posso accettare.
Per quanto riguarda le opportunità sul lavoro, per mia esperienza personale posso dire che siamo in una situazione che è molto variegata e quindi difficile da interpretare. Alle donne che dicono di essere discriminate possono essere fatti esempi di innumerevoli donne che si sono fatte strada e adombrare il sospetto che, se loro non l’hanno fatto, forse è perché non sono capaci. D’altra parte, negare che vi siano discriminazioni è molto semplicistico.

Quello che non riesco a sopportare, però, sono le lamentazioni a base di non mi possono capire, fanno le battutacce quando ci sono e quando non ci sono, vengo pagata meno di uno che ha le mie stesse responsabilità. Questo perché, se un uomo si mettesse a dirvi le stesse frasi, con le stesse buone ragioni, novantanove su cento voi stesse pensereste: che razza di piagnone!

Web e democrazia 2.0

Al barcamp, ho assistito un’interessante discussione, nata durante lo speech di Nicola Mattina che tracciava una serie di paralleli tra il web 2.0 e la democrazia.
Una cosa da puntualizzare, secondo me, è che la democrazia non è equivalente all’assenza di regole. Anzi, proprio le regole sono il fondamento delle democrazie, in quanto equilibratrici delle disparità di forze tra i vari soggetti della società.
Nel web tutto questo non pare esistere e l’assenza di regole non porta alla prevaricazione del più forte sul più debole unicamente perché l’abbondanza (e la quasi illimitatezza) di spazi di espressione attenua le probabilità di conflitto.
Ma nella società reale, e nella vita, purtroppo, le risorse a disposizione sono limitate e la lotta per esse è, molto spesso, senza esclusione di colpi. E la democrazia funziona proprio perché regolamenta questa lotta e incanala le forze risparmiate verso il bene comune.

Se vogliamo fare un parallelo di questo genere, vedo il web come strumento esemplicativo della cosiddetta dittatura delle masse che, purtroppo, si è rivelata nella vita reale come una utopia sanguinaria.

Keith Richards – Papà e coca

Il personaggio è un mito in una sua maniera particolare.
Ha vissuto gli anni settanta e parte degli ottanta in uno stato semi incosciente, è famosa la sua frase in cui diceva che chiedeva a Bill Wyman se voleva sapere cosa aveva fatto in un determinato momento di quel decennio.
Anche dopo il periodo nero, in cui ricorda che era sempre nella classifica in quelli che dovevano morire durante l’anno (solo la fortuna l’ha salvato), non ha mai rinunciato all’assunzione di sostanze illegali, affermando di farlo per voglia di sperimentare.
Non so se sniffare le ceneri del proprio padre sia illegale, ma farlo mischiato a cocaina non mi sembra proprio rispettoso per il caro estinto…

Always took candy from strangers,
Didn’t wanna get me no trade.

Happy – Exile on main street