Sciuscià e sciurbì nu se poe: Soffiare e aspirare non si può (allo stesso tempo).
Si dice a qualcuno che pretende troppo, fino ad arrivare a volere due cose contemporaneamente in antitesi.
Esempio:
Al blogger che vuol essere una blogstar e non vuole il suo troll personale.
Al blogger che vuole la discussione globale ed avere sempre ragione.
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BZeneize – A fugassa
Continua la rubrica BZeneize, per avvicinare i blogger non genovesi allo Zenacamp.
Parola:
Fugassa: manufatto commestibile fatto essenzialmente di farina sale acqua e olio. Tanto olio di oliva. Una marea di olio extravergine di oliva.
Infatti, la tastiera del portatile del blogger zeneize si riconosce per quelle ombre untuose sui tasti più usati.
A fugassa si può consumare:
- A colazione, mentre si scorrono i feed aggiornati nottetempo, con una tazza di caffelatte (certi blogger pigri e parsimoniosi utilizzano a fugassa avanzata del giorno prima)
- A metà mattinata, una striscia per ricarburare dopo aver twitterato con tutti i propri contatti
- A pranzo, sia al lavoro sia in giro, preferibilmente con un gottu de giancu. Per preparare il post del primo pomeriggio
- A merenda, mentre si ascolta un buon podcast
- All’aperitivo, discutendo di web 2.0, ghe ne ancùn de giancu?
- A cena, sulla spiaggia, cercando di fare qualche foto da mettere su flickr
- A mezzanotte, mentre si cerca di disinstallare quel belin di plugin di wordpress
- All’alba, di ritorno dalla blogfest
Branch della fugassa
- Cu e sioule: con le cipolle, un toccasana per l’alito del blogger.
- Cu a nutella: per i ragazzini e i blogger golosi.
- De Reccu: col formaggio, una specie a parte, potrebbe essere protagonista di un post a parte da parte di un blogger recchelin.
Un’ultima cosa:
Chiunque si azzarderà a chiamare a fugassa “PIZZA BIANCA” (orrore!), sarà immediatamente espulso dallo Zenacamp. Una forza di pronto intervento (avete presente Brazil o Monsters & co.?) preleverà il blasfemo e lo neutralizzerà ingozzandolo di panissette.
BZeneize!
L’iniziativa di AndreaT per spiegare il mondo dei blog al mondo esterno mi pare un’ottima idea e anche io, prima o poi, farò un post esplicativo per i neofiti.
In occasione dello ZenaCamp, invece, voglio lanciare una nuova rubrica, chiamando a raccolta tutti i blogger genovesi. Sappiamo che i genovesi, come i blogger d’altronde, hanno fama di essere un po’ chiusi verso l’esterno.
Quale modo migliore di smentire questa falsa diceria che spiegare e mostrare l’essere blogger genovesi alla blogsfera, e soprattutto a quella parte di essa che arriverà allo Zenacamp?
Ogni post dedicato a questo tema porterà il tag BZeneize.
Partiamo dalle basi:
Parola
Belìn: parola indicante l’organo riproduttivo maschile, incessantemente usata dai blogger genovesi in qualsiasi contesto e con molteplici significati.
Belìn, che post!: esclamazione del blogger genovese dopo aver letto un ottimo post.
Che post du belìn!: esclamazione del blogger genovese dopo aver letto un post scadente.
Derivati:
Abelinato: blogger di scarsa intelligenza e molta dabbenaggine.
Belinata [1]: Azione goffa. “Che belinata che ho fatto ad aggiornare WordPress alla alpha preRelease 3.0! Mi si è schiantato il blog!”.
Belinata [2]: Azione semplice. “Aprire un blog su splinder è proprio una belinata”.
Belinone: un simpatico blogger sbruffone.
Manbelinato: malandato. Italia.it è manbelinato
Modi di dire:
Battitene u belìn: Non preoccuparti di quella cosa. Hai perso 200 posti nella classifica di Blogbabel? Battitene u belìn!
Avei u belìn inversu: Essere contrariati. Go u belin inversu perché Libero Adsl u nu funziun-a.
Belìn che te neghe!: Che il tuo blog possa essere offline per sempre!
Imbelinarsi: Cadere rovinosamente. Grazie a PlacidaSignora che, tra l’altro tiene una rubrica molto più erudita sul suo blog.