Il nuovo romanzo di Irvine Welsh è divertente ma non è Colla, e neanche Trainspotting.
Quello che più mi incuriosisce sono le ragioni per cui una novella che ha come titolo Kingdom of Fife venga tradotto come Una testa mozzata.
Me lo puoi spiegare, Catriona?
E come da una raccolta di cinque short stories (If you liked school, you’ll love work), ne venga estratta una sola, Kingdom of Fife appunto, e venduta come un romanzo a sé stante.
O forse quest’ultima mossa l’ho capita…
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Una testa mozzata
Ho iniziato il nuovo libro di Irvine Welsh, Una testa mozzata. I soliti ingredienti ci sono tutti, birra droga sesso e amicizia. In più c’è il Subbuteo.
Non posso non amarlo, dottori.
Perché il Subbuteo è stato parte della mia fanciullezza, e con quegli omini ci ho passato interi pomeriggi. Come gran parte dei miei coetanei. Poi sono arrivati i videogiochi* e la magia è sparita.Â
(*) Federico non ti arrabbiare!Â
Things the grandchildren should know
Mark Oliver Everett (detto E) è il leader e l’unico membro stabile degli Eels. Ma è anche il figlio di uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo, Hugh Everett, l’autore della teoria dei mondi paralleli. Un interessante (proiettato anche prima del recente concerto a Milano, tra lo stupore dei presenti che non conoscono le abitudini di E) documentario della BBC Parallel worlds parallel lives descrive la vita del fisico attraverso gli occhi del figlio che, a molti anni dalla morte del genitore, ripercorre i luoghi della vita di quest’ultimo nel tentativo di capire la sua teoria e di recuperare quel rapporto che, in vita, non c’era mai stato.
Quest’anno, E ha pubblicato anche un libro, Things the grandchildren should know, che ripercorre la sua vita, dai primi anni di vita fino al giorno d’oggi. Anche se ancora giovane, la vita di E è stata piena di avvenimenti, per lo più tragici. La morte del padre, il suicidio della sorella, la morte della madre hanno segnato la vita di E, convicendolo di avere una vena di follia e depressione nella sua famiglia. Gli avvenimenti vengono descritti con uno stile piano, senza enfasi, ma anzi con una vena di ironia che allevia la pesantezza dell’accaduto. Non bisogna dimenticare che proprio dalle disgrazie avvenute E ha tratto uno dei dischi più belli degli anni novanta, Electro shock blues. E che anche il suo ultimo capolavoro, Blinking lights and other revelations (in cui vi è la canzone che dà il titolo al libro), ripercorre tutta la sua vita.
Un libro consigliato a tutti quelli che conoscono gli Eels. Gli altri, che si ascoltino prima i dischi!
Nelle mani giuste
Nelle mani giuste di Giancarlo De Cataldo si ricollega a Romanzo Criminale portando l’azione all’inizio degli anni novanta, quando la bufera di Mani Pulite aveva destabilizzato la scena politica italiana. Gli eredi del Vecchio, protagonista ombra del precedente romanzo, si adoperano per far finire il potere nelle mani giuste, come dice il titolo. Per questo cercano di scendere a patti con la mafia (è la stagione delle bombe di Firenze, Milano).
Purtroppo questo romanzo non vale un’oncia dell’altro. Mentre Romanzo Criminale era corale, spietato, non banale, questo è solo un fumettone rosa con una trama complottista troppo schematica e una sorpresa finale che arriva telefonata e inutile. Una delusione.
UPDATE: anche Sauro non è molto convinto…
Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco è considerato il padre del nero italiano. Apprezzato in Italia negli ultimi anni, con autori che si ispirano esplicitamente o meno al suo stile (come Carlotto), Scerbanenco ha scritto tantissimi racconti e romanzi, soprattutto negli anni cinquanta e sessanta, spaziando anche in altri generi come il rosa, la fantascienza e il western. I romanzi più famosi sono quelli del ciclo di Duca Lamberti, medico espulso dall’ordine per aver praticato l’eutanasia. Ho letto Venere Privata e I milanesi ammazzano al Sabato, che fanno parte di questo ciclo. Sono tutti e due romanzi di buona fattura, scritti con uno stile asciutto, misurato, che sembra ricalcare con perizia le lezioni dei maestri francesi e americani (mi viene in mente Jim Thompson).
L’unica nota stonata è l’anacronismo di certe caratterizzazioni, come l’omosessuale invertito infido e depravato che negli anni trenta poteva ancora andare ma nei sessanta della rivoluzione sessuale un po’ meno. Oppure la ricorrenza della tratta delle bianche come il crimine più efferato, o i colpevoli, che hanno nomi da immigrati dal sud, mentre i milanesi sono onesti lavoratori.