L’Italia spensierata

Dentro di me c’è un germe di quello che sono stato sempre sicuro che non ci fosse. E vaffanculo, questo germe me lo coltivo e me lo godo e così capisco un po’ di più di me e del mondo. Voglio capire, e quando voglio capire già mi basta, già sono disponibile e contento di starci.

L'italia spensierataL’Italia spensierata è il resoconto del viaggio dello scrittore Francesco Piccolo (E se c’ero dormivo) nei luoghi di massa. Luoghi che un intellettuale dovrebbe disprezzare ed evitare come la peste. Lo studio televisivo di Domenica In, l’autogrill durante il grande esodo, vedere il film di Natale, Mirabilandia, la notte bianca. Ne viene fuori un libro godibilissimo e in certi punti esilarante, che rivela un’empatia che l’intellettuale non dovrebbe mai avere per la massa con i suoi divertimenti di basso profilo e proprio per questo fa sentire le critiche più vere e non portate da sopra un piedistallo.
Da leggere, per capire un pochino più di noi stessi e dei nostri connazionali.

Il cacciatore di aquiloni

Attenzione! Contiene spoiler!

Il cacciatore di aquiloniFin dalle prime pagine de Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini intuisci che è un libro che farà piangere.
Due bambini amici, divisi da status, razza e cultura nell’Afghanistan pre-invasione russa. Il povero è buono fino al masochismo, il ricco è un pochino stronzo, ma, la storia è narrata da lui, sa di esserlo e sa che se ne pentirà.
Per le prime pagine del libro dai una chance all’autore in virtù dello stile scorrevole e della curiosità per così dire etnografica per le usanze di questo paese così martoriato. Poi però ti accorgi di essere capitato in una versione long playing di uno dei famigerati racconti mensili del libro Cuore, dove il cattivo è sempre più cattivo e il buono è sempre più buono. Lo schema è esattamente quello: c’è il Derossi super buono e dotato, osteggiato dal Franti cattivo senza via d’uscita. Tutto visto con gli occhi umani di un Enrico Bottini di Kabul.
Il colmo si raggiunge quando si ritrova il cattivo Talebano sanguinario e pure pedofilo! Sconfitto dal protagonista e dal figlio del buono in un faccia a faccia che ricorda più il duello finale tra James Bond e il genio del male di turno che una realtà drammatica e vivida.

Il caso N’Gustro

Il caso N'GustroJean-Patrick Manchette è stato uno dei principali e più apprezzati scrittori noir francesi. Il caso N’Gustro è lo scarno romanzo d’esodio datato 1971, ispirato al caso Ben Barka, il leader dell’opposizione marocchina misteriosamente scomparso da Parigi il 29 Ottobre 1965. Di questo romango rimangono impresse soprattutto due cose:

Il ritmo del romanzo che, con giochi di incastri tra i capitoli, segue un andamento sincopato, quasi ad imitare il BeBop.

La figura del protagonista, Henri Bruton, uomo senza qualità, delinquente senza causa e senza successo. Uno sfigato inghiottito in un ingranaggio più grande di lui, ma che non suscita nessuna simpatia nel lettore.

L’amante perfetta

“Non dico che sia un rubacuori, ma è il classico fedele. Sono vent’anni che sta con una ragazza che si chiama Pugnetta.”
“Ecco perché è diventato cieco.”
“Be’, io non sono diventato cieco.”
“Neanche io. Ma forse noi pratichiamo quel tipo di amore con moderazione. Scommetto che il nostro Lewis la sfinisce, la povera Pugnetta.”

George Pelecanos – Strade di sangue